Champagne è parola che evoca il vino della festa e dei ricchi, il vino più letterario della storia. Una coppa di champagne ha accompagnato i personaggi più glamour del cinema di Hollywood: Humphrey Bogart, Greta Garbo, Maryleen Monroe, James Bond. I vincitori di corse auto e motociclistiche lo sprecano per benedire il pubblico. Secondo Francis Scott Fitzgerald non si dovrebbe bere altro a 70 anni e Napoleone Bonaparte, in buona compagnia con Winston Chrchill, lo considerava il vino perfetto in ogni momento, per festeggiare le vittorie e consolarsi dopo le sconfitte. La Belle Époque, a suo tempo, sancì il legame fra erotismo e champagne, ma è una storia cominciata molto tempo prima: il Re Sole inaugurò la tradizione di sedurre le gran dame parigine con quel vino che non era vino, ma spuma che schizzava fuori e veicolava allegria, con guance purpuree e sorrisi maliziosi; Madame de Pompadour, amante di Luigi XV lasciò scritto che “lo Champagne è il solo vino che rende una donna bella dopo averlo bevuto” e la leggenda racconta che la classica coppa in cui lo si sorbiva – oggi sostituita dal più austero flûte – ci abbia tramandata la forma perfetta dei suoi seni.
Tuttavia, Champagne è anche una provincia di Francia che offre al viaggiatore più di un motivo di interesse, oltre alla conoscenza del mondo reale in cui viene prodotto il vino spumante più famoso al mondo. Una terra che, fino agli anni ’60, era fra le più povere di Francia e che oggi si colloca al settimo posto nazionale per PIL/abitante. Le città di Troyes, Châlons-en-Champagne, Reims, offrono esempi fra i più importanti dello stile gotico fiammeggiante. Dormans e Verdun conservano terribili testimonianze dei lunghi e atroci anni in cui la Grande Guerra non mollò la presa.
Châlons-en-Champagne
La storia e il destino di Châlons-en-Champagne sono legati alla Marna; il fiume circonda l’abitato e alimenta bracci e canali che l’attraversano in ogni direzione. L’Ufficio del Turismo propone gite in barca che consentono uno sguardo inconsueto sui monumenti della città e un percorso suggestivo e a tratti misterioso lungo oscure gallerie.
Molti i monumenti che testimoniano la ricchezza e la potenza di Châlon nei secoli: Notre-Dame-en-Vaux e il suo carillon, Château Jacquesson, le case a Pans de Bois che conferiscono un tono fiabesco al centro storico, il museo di Belle-Arti, i grandi parchi.
Particolarmente suggestiva è la Cattedrale, dedicata a Saint Étienne, iniziata nel XII secolo e completata quattrocento anni più tardi. Nonostante la durata dei lavori di costruzione, la cattedrale presenta una grande coerenza stilistica ed esprime senza compromessi l’ideale dell’architettura gotica: le pareti spariscono a vantaggio della superficie vetrata e l’edificio assomiglia a un’immensa gabbia di vetro. Passeggiando lungo la navata, si è colpiti dalla forza espressiva delle illustrazioni, ispirate ai racconti evangelici e si può farsi un’idea quasi completa della storia della vetrata dal XII al XX secolo.
Più dell’80% del centro storico è costituito di case a Pans de Bois, ovvero le case costruite con un’intelaiatura di travi a vista e con gli spazi fra le travi riempiti di fango, pietre o mattoni. Le più antiche risalgono al XV secolo e si riconoscono perché la struttura è formata da elementi orizzontali e verticali e decorata molto semplicemente, mentre quelle successive presentano croci di Sant’Andrea, composizioni di travi oblique che formano una sorta di croce a simbolizzare l’uomo, iscrizioni tratte dalla Bibbia, sbalzi decorati con santi o altre figure di carattere sacro, il trono dell’imperatore del Sacro Romano Impero, losanghe che rappresentano il numero dei figli in casa.
Quando in città cominciarono a diffondersi le case in gesso e mattoni, anche le case a graticcio cominciarono ad essere intonacate ed oggi si possono riconoscere gli ultimi esemplari quando la mancanza di manutenzione fa sì che attraverso le crepe dell’intonaco affiori la vecchia struttura in legno.
Sebbene Châlons-en-Champagne faccia parte a pieno titolo della Champagne, il territorio circostante è una grande pianura non favorevole alla coltivazione della vite e occorre muoversi ad est verso la Montagna di Reims e la Côte des Blancs per navigare in un mare di vigneti e incontrare decine di cantine grandi e piccole.
Tuttavia, prima di abbandonare la pianura può essere interessante una breve digressione a l’Épine, luogo totalmente anonimo se non fosse che la devozione popolare vi ha fatto erigere una basilica mariana, capolavoro dell’arte gotica cosiddetta fiorita: Notre Dame de l’Épine. Nel 1200 esisteva già un culto mariano e una umile cappella dedicata a San Giovanni Battista. Alcuni pastori scoprirono una statua della Vergine in un roveto e – vuoi la devozione popolare, vuoi il bisogno di dimostrare l’alleanza di Dio con la fragile dinastia dei Capetingi nella Guerra dei Cent’Anni allora in corso – in poco più di un secolo fu eretta la chiesa, la cui facciata è un merletto sottile di fragili decorazioni. Fantastici anche i numerosi gargoyle che ornano il perimetro: la calunnia, la collera, la lussuria, il bevitore, le bestie feroci che divorano un bambino, la scrofa che suona l’arpa.
Reims
Reims è una delle città più antiche di Francia, luogo di incoronazione di quasi tutti i re per mille anni. Di tutta questa storia, oggi rimangono pochi, seppure grandiosi, monumenti dopo i bombardamenti con i quali l’esercito tedesco martellò ininterrottamente la città fra il 1914 e il ’17. Si pensi che delle 14.000 case e palazzi che costituivano l’abitato, subito dopo il ritiro delle truppe tedesche, solo una sessantina erano rimaste in piedi. La città era stata letteralmente rasa al suolo per il suo valore simbolico e non per la sua importanza strategica.
Oggi, la città si raccoglie intorno ai grandi monumenti gotici, immediatamente restaurati dopo la Prima Guerra Mondiale, e intorno alle fascinose “Maison” dello champagne.
Non si può passare per Reims, senza visitare almeno la Cathédrale Notre-Dame. La breve passeggiata di accesso consente di farsi un’idea della magnificenza dell’edificio: 150 metri di lunghezza e 38 di altezza; 81 metri l’altezza delle torri gemelle della facciata ovest.
Come accadeva al futuro re nella processione di incoronazione, all’ingresso nella cattedrale il visitatore è accolto dai grandi eroi del Vecchio e del Nuovo Testamento che lo attendono ai tre grandi portoni. È una vera e propria moltitudine che gli si affolla intorno. Particolarmente suggestive le statue di San Nicaise decollato e dell’Angelo sorridente. Appena varcata la soglia, uno spettacolo di luce lo inonda dall’alto. Il timpano della porta centrale ospita un rosone a sedici archi, abbracciato da 52 piccole statue che illustrano la vita di Giovanni Battista, l’avverarsi della Profezia e l’infanzia di Gesù a simboleggiare il farsi uomo di Dio. In alto, sopra il transetto in cui si aprono nove bifore vetrate a colori brillanti, un rosone policromo che occupa l’intera larghezza della navata. La cattedrale, con le sue proporzioni misteriche, è così ricca di dettagli che non si sa dove fermare lo sguardo e cosa sia più importante non perdere. Si pensi che ospita più di duemila figure scolpite di ogni dimensione.
Separato dalla Cattedrale da un cortile, il Palazzo del Tau, residenza arcivescovile e reale, merita la visita almeno della Sala del Festino e del Tesoro della Cattedrale. La sala, edificata verso il 1500 e completamente ricostruita dopo la Prima Guerra Mondiale, ospitava il banchetto servito in occasione dell’incoronazione dei re di Francia. Il tesoro della cattedrale è uno dei più importanti di Francia. Comprende oggetti straordinari: il talismano di Carlo Magno, il calice dei re di Francia, il reliquario della Santa Spina e quello della Resurrezione, la nave di Sant’Orsola.
Dopo il sacro, è l’ora del profano. Dicevamo che Reims ha due cose eccezionali: la cattedrale gotica e le Maison de Champagne. Per essere più precisi, il sottosuolo delle Maison. Infatti, il sottosuolo della Champagne è costituito essenzialmente da un gesso compatto, chiamato craie. Si dice sia stato Dom Ruinart, un confratello di Dom Pérignon, a fare la sensazionale scoperta che sotto la città di Reims esistevano enormi cave di calcare, scavate dai Romani per ottenere pietra da costruzione e dimenticate da tempo. In queste crayéres, il nipote, Nicolas Ruinart, fondò nel 1729 quella che viene considerata la più antica casa produttrice di champagne tuttora esistente. Più tardi, le cave romane furono usate sempre più intensamente da tutte le Maison de Champagne per la conservazione e l’elaborazione, ingrandite e accompagnate da altre, scavate per rispondere alla domanda crescente. Più tardi dovevano servire da rifugi per la popolazione durante i mille giorni di cannoneggiamenti subiti dalla città di Reims fra il 1914 e il ’17.
Oggi, è possibile riservare una visita a queste suggestive gallerie, stipate di bottiglie e spesso ornate di bassorilievi e statue, che si concluderà con la degustazione di champagne più o meno pregiati a seconda del biglietto pagato.
Sulla Montagna di Reims
Lasciata Reims in direzione sud, si sale alla Montagna, una grossa collina coperta alla sommità da una foresta e costellata di piccoli borghi sonnacchiosi, dediti alla coltura della vite e alla vinificazione dello champagne.
Prima tappa è Verzenay, villaggio curiosamente dominato da un mulino a vento e da un faro aereo. Edificato nel 1820, il mulino offre un punto di vista infinito sul vigneto digradante e sulla grande pianura che corre verso il Belgio. Durante la Prima Guerra Mondiale, fu utilizzato come punto di osservazione delle linee e numerosi Capi di Stato vennero in visita: fra essi, Vittorio Emanuele III, accompagnato da Raymond Poincarré, Presidente della Repubblica francese.
Qualche chilometro ancora ed è la volta di Verzy, anch’esso molto rinomato per la qualità delle sue uve e famoso per una varietà particolare di faggi, particolarmente inquietanti e contorti, che popolano la foresta e creano un’atmosfera lievemente crepuscolare e magica.
Attraversata direttamente la Montagna su una bella strada affogata nell’ombra, si giunge ad Aÿ dove, se l’ora lo consente, è d’obbligo una sosta alla Rotissérie Henry IV. Nel grande camino rosolano galletti e costate, ma il menù riserva altre golose sorprese: lumache e tartufi quando è stagione, foie gras, anatra alla Parmentier, formaggi con salse dolci e senapate. Champagne di piccoli produttori a prezzi onestissimi.
Aÿ è sulla strada verso Épernay, vivace città in cui, lungo la maestosa e un po’ anonima Avenue de Champagne, si affollano le Maison di champagne più grandi e famose. Una veloce passeggiata ci consentirà di scoprire lo sfarzo con il quale alcune hanno cercato di celebrare il loro successo: il Giardino della Limonaia di Moet & Chandon, in cui soggiornò ripetutamente Napoleone ed oggi foresteria di ricevimento degli ospiti più importanti; Castello Perrier di Perrier-Jouet, costruito in pietra in stile Louis XIII; lo stabilimento un po’ tetro e molto inglese di Pol Roger, essenziale nelle linee squadrate e asciutto nella finitura di mattoni rossi. La passeggiata non ci consentirà invece di renderci conto del dedalo di gallerie che anche qui si allunga sotto i nostri piedi, all’incirca 110 chilometri scavati nel gesso, in cui riposano per anni le bottiglie di spumante, prima di essere poste in commercio.
Ci attende ora Hautvillers, affascinante borgo “arroccato” a 250 metri sul livello del mare. Il motivo principale di interesse della cittadina è la chiesa abbaziale di Saint Sindulphe nel cui pavimento riposa Dom Pérignon, a torto considerato lo scopritore del metodo di spumantizzare il vino. In realtà, il suo contributo – importantissimo e ancora di grande attualità – fu quello di individuare i migliori vigneti, i tempi migliori per la vendemmia, le migliori tecniche e il miglior modo di conservare il vino per renderlo più aromatico, sapido e vellutato possibile. Affascinante anche le case del villaggio, ben curate e spesso adornate da insegne in ferro battuto che indicano la professione del padrone di casa.
La Champagne fra sacro e profano

Zone che non conosco e tu con la tua dettagliata descrizione mi hai fatto venire una gran voglia di partire. Bello