Timișoara

Mappa Timisoara

Timișoara. La città in cui ebbe inizio la fine di Ceauşescu. Temesvár, città che Francesco Griselini nel 1774 descriveva ricca di taverne e di febbri che salivano con i miasmi delle paludi. Temeschburg, alle cui porte, nel 1514, la nobiltà sconfisse il grande capo della rivolta contadina, György Dózsa, che fu posto nudo su un trono di ferro rovente mentre gli venivano strappate le carni con le tenaglie.
Timișoara. L’amministrazione comunale non deve avere perso il gusto magniloquente di Ceauşescu che sventrava quartieri antichi per rimodernare le città. Infatti, Piaţa Unirii e le vie circostanti, le più belle strade teresiane della città, sono tutte impercorribili per lavori di ammodernamento. Tutte, contemporaneamente. L’attenzione a evitare di cadere nel sistema fognario della città impedisce di ammirare la grazia degli edifici barocchi.
Timișoara. Piaţa Victoriei ha ormai la fisionomia omologata dei centri commerciali che invadono il pianeta: banche, negozi di abbigliamento e di telefonia. La cattedrale metropolitana ortodossa è un’eccezione, con il tetto di tegole colorate. Muovo un passo oltre il nartece con un atto di consapevole insolenza: so che dovrei sostare sulla soglia della navata in atteggiamento penitente, ma proprio il mio scetticismo mi spinge a varcarla con un bizzarro rispetto. Rimango affascinato alla vista della cascata d’oro dell’iconostasi. Nella navata si muovono donne e uomini; le prime velate e in maggior numero. Una in particolare mi attrae: mi volge le spalle, davanti a una grande icona della Madre di Dio. Ha una figura snella, senza età. Veste completamente di nero e pure il capo è coperto di nero; con la mano sinistra tiene una pochette in pelle nera. Con ampi gesti assorti, porta la mano destra alla spalla destra e poi alla sinistra. Tocca il pavimento inchinandosi leggermente e infine la fronte. Accarezza l’immagine sacra e la sfiora con le labbra. Dopo un istante, riprende gli stessi gesti. Vorrei non smettesse mai, incantato dalla grazia e dall’amore che anima ogni suo gesto. Non ho mai fatto nulla di simile e sento la mancanza di una passione così profonda nella mia vita. Acquisto un mazzo di candeline e le accendo, una dopo l’altra, senza affidare ad esse alcun messaggio.

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La sera passa piacevolmente nel grande cortile di Casa Bunicii (Virgil Onitiu, 3) con una cena mitteleuropea: schnitzel di vitello e mousse di cioccolata con ciliegie. Cosa abbiamo bevuto? Birra, naturalmente. Italiana.

4 pensieri riguardo “Timișoara

  1. Bellissimo Giulio !
    Dopo la delusione palpabile di come hai visto stanno riducendo Timisoara, trovi e descrivi in modo sublime qualcosa di grande in un piccolo angolo ricco di atmosfera.
    Max

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